Civiltà di Pantalica

Nella prima metà del XIII secolo a.C. avviene un altro profondo mutamento nell'economia e nella geografia antropica della Sicilia orientale. Tutti gli insediamenti costieri che fiorivano nell'età di Thapsos scompaiono quasi all'improvviso; la popolazione abbandona la fascia costiera e cerca rifugio in impervie e disagevoli zone montane, scelte perché rispondenti ad esigenze di difesa, e si riunisce in grossi agglomerati e utilizzando anche le grotte pre-esistenti per seppellire i loro morti.

 Fra essi il più importante è Pantalica: Il nome del sito deriva dal

 greco antico πάνταλίθος = tutto pietra (poi Pantalitos, Pantalita, Pantalica) 

oppure dall’arabo Buntarigah=luogo di grotte (poi Puntariga,Pantarica,Pantalica) per la presenza di molteplici grotte naturali e artificiali.

Si suole dividere questo periodo della Sicilia in quattro fasi distinte, che prendono il nome dal sito più caratteristico di quest'epoca, Pantalica

La prima fase (XIII-XI secolo a.C.), chiamata 🚩Pantalica Nord, è caratterizzata dall'Anaktoron (palazzo del Principe)  e da una ceramica modellata sul tornio (uno strumento usato per la prima volta in Sicilia), rossa e lucente, su alti piedi tubolari simili a quelli di 🚩Thapsos. Gli oggetti personali e i gioielli (lame, coltelli da tasca, spade, collane, anelli) sembrano avere una chiara influenza micenea e denotano una grande circolazione di materiale bronzeo. L'oggetto più caratteristico di questa epoca è la fibula, ovvero una spilla per allacciare i capi, nella forma semplice o ad arco di violino.

Nella seconda fase di Pantalica (XI - prima metà IX secolo a.C.), denominata 🚩Cassibile dal villaggio vicino a Siracusa dove dominano tombe tipiche di quest'epoca (stanze rotonde o rettangolari, disposte attorno a un ingresso comune), vi è una sostituzione delle ceramiche rosse con quelle di un altro tipo simili a quelle delle isole Eolie. Dal suo canto, la fibula assunse la forma di un arco piegato a gomito noto come fibula di Cassibile, dal nome della frazione di Siracusa. Quel tipo di fibula era presente anche nella Palestina dell'XI secolo a.C. e gli oggetti in bronzo siciliano di questo periodo (fibule, asce, rasoi) sono molto simili a quelli della Spagna e delle coste atlantiche di Francia e Inghilterra. Un fenomeno significativo di questa fase è la rioccupazione dei siti costieri, che incoraggiò la ripresa del commercio marittimo.

Durante la terza fase o di 🚩Pantalica Sud (seconda metà IX secolo a.C. - seconda metà VIII secolo a.C.), i popoli tornarono di nuovo al massiccio di Pantalica, a giudicare dalle numerose tombe scavate in caverne artificiali, specialmente nei fianchi meridionali della collina. Comparvero ceramiche che imitavano le decorazioni greche, come ad esempio gli oinochoai trilobati, dipinti con disegni geometrici egei. Le scoperte di anelli, bottoni e spirali sono molto frequenti.

L'ultima fase (seconda metà dell'VIII secolo a.C. - seconda metà del VII secolo a.C.), quella di Finocchito, un sito collinare a pochi chilometri a sud-ovest della città di Avola, vide la fondazione di colonie greche in numerose parti dell'isola che furono significativamente influenzate dalla loro cultura. Gli indigeni ora imitavano i prodotti artigianali greci sia nelle forme che nelle decorazioni, producendo belle ceramiche, decorate con motivi tardo-geometrici dell'Egeo. La fibula delle epoche precedenti assunse anche una forma tipicamente greca, una piccola losanga e una forma ad arco; inoltre, vengono prodotti gioielli realizzati con catene a maglia semplice o doppia con pendenti di forma diversa. Questo è il momento in cui ha fatto la sua comparsa il ferro, con il quale sono stati realizzati coltelli, cuspidi di lancia e soprattutto fibule. Nelle tombe siciliane, ora a cella singola (il che potrebbe suggerire la nascita della proprietà terriera privata), ci sono oggetti fabbricati in Grecia (vasi proto-corinzi o fibule di avorio) identici a quelli trovati nelle tombe greche arcaiche di Siracusa.

Con la conquista della Sicilia da parte dei Greci (fine dell'VIII secolo a.C.), l'isola non solo uscì dalla preistoria ma vide anche la fine delle precedenti civiltà. Perfino la civiltà dei Siculi fu sottomessa e si mescolò a quella Greca, fino a scomparire definitivamente nel IV secolo a.C.


Pantalica           

"Una città grande e piena di caverne, cavate artificiosamente, dove  si vede altro che una porta della Città rivolta verso Ferla, una fortezza rovinata, una Chiesa anch'essa rovinata e oliveti" così la descrive Fazello "Historia di Sicilia" ,1558. Come si è ricordato sopra,si collega quindi la genesi della civiltà di Pantalica a profondi mutamenti che si determinarono nella politica e nella geografia dell'Isola nel sec. XIII a.C. In quest'epoca le popolazioni della Sicilia Orientale, sotto la pressione di genti venuti dal mare, abbandonarono le località costiere per insediarsi sulle alture più accidentate, in posizioni di difficile accesso, dando vita a pochi grandi centri. Si attua così in Sicilia il passaggio dalle ristrette e frammentarie comunità dei villaggi ad un paradigma organizzativo protourbano, in seno al quale vengono instaurate più complesse strutture socio-politiche.