Le glaciazioni del quaternario

Oggi i ghiacciai occupano 1/10 di tutte le terre emerse, ma durante la storia della Terra hanno avuto superfici più grandi. In particolare nell'ultimo milione di anni per almeno 11 volte si sono estesi per poi contrarsi di nuovo, arrivando ad occupare nel massimo della loro espansione 1/3 della superficie emersa.

glaciazioni del quaternario

nome \\\ durata in anni

Günz \\\ 680.000 - 620.000

Mindel \\\ 455.000 - 300.000

Riss \\\ 190.000 - 120.000

Würm \\\ 108.000 - 10.000

Durante l'ultima glaciazione, detta del Wurm, che iniziò 100.000 anni fa e conobbe il suo acme intorno a 20.000 anni fa, l'Europa era ricoperta da una coltre di ghiacci spessa anche duemila metri .

Nello stesso periodo le Alpi erano coperte sul versante settentrionale da un'unica calotta di ghiaccio che si e­stendeva fino al Rodano, mentre sul versante italiano le lunghissime lingue dei ghiacciai arrivavano fino alla pia­nura, scavando gli alvei degli odierni laghi glaciali (Maggiore, d'lseo, di Como, di Garda). In Piemonte allo sbocco della valle di Susa la fronte del ghiacciaio formò con i detriti morenici le colline di Avigliana e Rivoli; mentre il ghiacciaio della Valle d'Aosta giungeva fino all'attuale Ivrea, dove è rimasta intatta la morena laterale sinistra🚩🚩 la Serra d'lvrea link est. fig. sotto)

L'immenso ghiacciaio del Garda (v. fig.sotto) invece, ha lasciato come te­stimonianza della sua massima esten­sione la morena frontale, che oggi delimita insieme ai detriti di precedenti glaciazioni la riva meridionale.

I ghiacciai rappresentano una riserva di acqua dolce «fissata» in forma solida, che pertanto viene sottratta al normale ciclo che lega i mari all'atmosfera e ai continenti attraverso i processi di evaporazione e di precipitazione. Di con­seguenza durante le glaciazioni i mari regrediscono, mentre il contrario av­viene nei periodi postglaciali. Al culmine dell'ultima glaciazione l'abbassamento marino arrivò fino a 100 metri, tant'è che 20.000 anni fa laddove oggi troviamo lo stretto di Bering una continuità di terre collegava l'America settentrionale all Asia.In Italia la pianura padana si estendeva per tutta la parte settentrionale dell' Adriatico.(fig.sotto)

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terre emerse in conseguenza delll'abbassamento del livello marino

L'inversione climatica che dette l'avvio all'attuale periodo postglaciale, chiamato Olocene, iniziò secondo la maggior parte degli scienziati circa 15000 anni fa. L'anno 8300 a.C. segna convenzionalmente per i climatologi la fine dell'ultima glaciazione.Le cause del succedersi dei periodi glaciali e postglaciali non sono ancora completamente chiare agli scienziati.

L'ipotesi prevalente è che le glaciazio­ni siano legate ai cicli astronomici rela­tivi alla forma dell'orbita terrestre, all'inclinazione e all'orientamento dell'asse terrestre. In particolare la for­ma dell'orbita terrestre varia in un pe­riodo di 100 000 anni (lo stesso inter­vallo esistente fra due glaciazioni successive) da un ellisse a un cerchio, mo­dificando la distanza Terra-Sole. L'in­clinazione dell' asse terrestre, che varia con un periodo di 41 000 anni, influisce sull'intensità delle stagioni, per cui maggiore è il valore dell'inclinazione più calde sono le estati e più freddi gli inverni. L'orientamento dell'asse, invece, cambia con un periodo di 23 000 anni, determinando la precessione de­gli equinozi, il fenomeno per cui n un emisfero si sposta il punto dell'orbita in cui cade l'estate, da più vicino a più lontano rispetto al Sole e viceversa. Sembra però che oltre a queste cause a­stronomiche concorrano altri fattori, che includono le correnti oceaniche e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera.Va detto a questo punto che la variazione climatica che determina una glaciazione o comunque l'espansione dei ghiacciai non ha i drastici connotati di una catastrofe.

Basta infatti l'abbassamento di un grado della temperatura media annua perché il limite delle nevi perenni si abbassi di 200 metri, a cui ri­spondono i ghiacciai con un avanza­mento della fronte di 400 metri.Negli ultimi diecimila anni dell' attuale periodo postglaciale il clima ha subìto delle variazioni, a cui i ghiacciai hanno risposto con fasi alterne di avanzate e ritiri. L'iniziale aumento di temperatura dell'Olocene raggiunse l'acme nel 5000 a. C., quando la Terra conobbe l'optimum climatico, il clima più mite mai registrato fino a oggi. È quella l'epoca delle grandi civiltà del bacino del Mediterraneo, dagli Egiziani agli Ittiti.

E in Sicilia ?

La centralità della Sicilia nel bacino del Mediterraneo e la sua vicinanza alla Penisola italiana e al nord Africa possono denotare un suo ruolo di protagonista nella dispersione umana antica nel periodo delle glaciazioni quaternarie. Anche se la più accreditata via di migrazione comune di faune e uomo è quella settentrionale, che prevede il superamento dell’area dello stretto di Messina, diversi autori, sulla base di dati archeologici, hanno ipotizzato un popolamento precoce ed una direttrice meridionale, dall’Africa, attraverso momenti di percorribilità del Canale di Sicilia.

(Mappa paleobatimetrica del Canale di Sicilia)

Mappa paleobatimetrica del Canale di Sicilia

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