L'inversione climatica che dette l'avvio all'attuale periodo postglaciale, chiamato Olocene, iniziò secondo la maggior parte degli scienziati circa 15000 anni fa. L'anno 8300 a.C. segna convenzionalmente per i climatologi la fine dell'ultima glaciazione.Le cause del succedersi dei periodi glaciali e postglaciali non sono ancora completamente chiare agli scienziati.
L'ipotesi prevalente è che le glaciazioni siano legate ai cicli astronomici relativi alla forma dell'orbita terrestre, all'inclinazione e all'orientamento dell'asse terrestre. In particolare la forma dell'orbita terrestre varia in un periodo di 100 000 anni (lo stesso intervallo esistente fra due glaciazioni successive) da un ellisse a un cerchio, modificando la distanza Terra-Sole. L'inclinazione dell' asse terrestre, che varia con un periodo di 41 000 anni, influisce sull'intensità delle stagioni, per cui maggiore è il valore dell'inclinazione più calde sono le estati e più freddi gli inverni. L'orientamento dell'asse, invece, cambia con un periodo di 23 000 anni, determinando la precessione degli equinozi, il fenomeno per cui n un emisfero si sposta il punto dell'orbita in cui cade l'estate, da più vicino a più lontano rispetto al Sole e viceversa. Sembra però che oltre a queste cause astronomiche concorrano altri fattori, che includono le correnti oceaniche e la concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera.Va detto a questo punto che la variazione climatica che determina una glaciazione o comunque l'espansione dei ghiacciai non ha i drastici connotati di una catastrofe.
Basta infatti l'abbassamento di un grado della temperatura media annua perché il limite delle nevi perenni si abbassi di 200 metri, a cui rispondono i ghiacciai con un avanzamento della fronte di 400 metri.Negli ultimi diecimila anni dell' attuale periodo postglaciale il clima ha subìto delle variazioni, a cui i ghiacciai hanno risposto con fasi alterne di avanzate e ritiri. L'iniziale aumento di temperatura dell'Olocene raggiunse l'acme nel 5000 a. C., quando la Terra conobbe l'optimum climatico, il clima più mite mai registrato fino a oggi. È quella l'epoca delle grandi civiltà del bacino del Mediterraneo, dagli Egiziani agli Ittiti.
La centralità della Sicilia nel bacino del Mediterraneo e la sua vicinanza alla Penisola italiana e al nord Africa possono denotare un suo ruolo di protagonista nella dispersione umana antica nel periodo delle glaciazioni quaternarie. Anche se la più accreditata via di migrazione comune di faune e uomo è quella settentrionale, che prevede il superamento dell’area dello stretto di Messina, diversi autori, sulla base di dati archeologici, hanno ipotizzato un popolamento precoce ed una direttrice meridionale, dall’Africa, attraverso momenti di percorribilità del Canale di Sicilia.
(Mappa paleobatimetrica del Canale di Sicilia)