L'ANAPO , il fiume di Pantalica

L'Anapo dal greco Άναπος = invisibile, nasce nel territorio di Palazzolo Acreide dalle 🚩sorgenti di Guffari sul Monte Lauro (mt. 990 s.l.m.) per la confluenza di numerose sorgenti per lo più di "contatto" e di portata ridotta. Dopo circa 40 km, attraverso le gole di Pantalica e tutta la suggestiva vallata che dal fiume prende il nome, scende verso Siracusa attraverso il Pantano Grande ora prosciugato, e si versa nelle acque del Porto Grande di Siracusa a fianco del Ciane, piccolo e breve fiume che, è conosciuto in tutto il mondo per il papiro che cresce spontaneamente lungo le sponde.

L'alta Valle dell'Anapo è legata alla emersione della parte centrale degli Iblei per intensi e successivi movimenti verticali, dal Miocene superiore al Pleistocene. Il fiume, con i suoi affluenti montani, impostò il reticolo idrografico guidato dalle faglie. Il continuo ringiovanimento sottopose a intensa erosione la valle che divenne stretta e incassata (con il contributo di intense precipitazioni) per climi molto diversi dall'attuale in special modo provocati dal susseguirsi delle 🚩glaciazioni Quaternarie.

Rilevanti sono le perdite d'acqua essendo le rocce permeabili per fessurazione. Il fiume ANAPO può considerarsi a carattere "permanente", poichè non si estingue per tutto il periodo dell'anno, anche se si tratta di un corso d'acqua a regime torrentizio -notevole è infatti la differenza di portata tra la stagione estiva e quella invernale . Il plateau ibleo, è ritenuto far parte della placca africana e quindi di un'area stabile che, poco deformata durante l'orogenesi alpina, è stata poi successivamente sollevata assumendo l'aspetto di una struttura allungata da NE a SW, contornata e attraversata da numerose faglie e fratture .

L'ANAPO ha prodotto,nel corso di milioni di anni sia una azione solvente sulle rocce calcaree sia una erosione meccanica limitata però ai periodi di piena: tutto ciò ha contribuito a "disegnare" caratteristici e profondi canyon; questa spiccata tipicità viene chiamata in dialetto locale cava, dall'antico francese caiva, un profondo vallone fluviale che interrompe bruscamente l'andamento tabulare o mammellonare dei rilievi. Frutto dell'azione combinata e di fenomeni tettonici e di erosione, tali fratture si configurano come valli a pareti scoscese o verticali in cui serpeggiano corsi d'acqua, per lo più a regime temporaneo.

Diramandosi variamente, le cave creano una morfologia aspra, tormentata, ricca di scenari di selvaggia e suggestiva bellezza. Tale paesaggio conserva in molti casi un'elevata naturalità, contrastando nettamente con quello uniforme dell'altopiano, che si presenta oggi come una vasta regione agricola, ripartita in campi chiusi da fitte sequenze di muriccioli a secco.

Il fiume defluisce fino a poco prima di Palazzolo in una valle più o meno ampia ed aperta, intensamente erosa perché costituita alla base e per circa un terzo dell`altezza da terreni teneri a componente argillosa che vengono dilavati dalle acque .Si tratta della formazione Tellaro (marne azzurre e chiare), qui potente un centinaio di metri, che è costituita da marne calcaree grigio-azzurre con intercalazioni lentiformi di sottili livelli calcarenitici. Dalle associazioni delle microfaune a foraminieri risulta una età del Miocene inferiore-medio.Il fondo valle del primo tratto dell'Anapo è ricoperto qua e là da terrazzi fluviali, i più estesi dei quali sono quelli all'altezza di Palazzolo con frane che probabilmente nel Quaternario sbarravano il corso del fiume.

Questo, all'altezza del vecchio ponte della statale Palazzolo-Buccheri, incontra l'affioramento di una fitta alternanza calcareo-marnosa di piccoli strati (da 20 a 60 cm) duri e teneri con microfauna (miogypsine) del Miocene inferiore (Membro Irminio della formazione Ragusa) . All'altezza dell'abitato di Palazzolo, la valle incomincia ad assumere la caratteristica conformazione poiché si va ad incassare, per tutto il secondo tratto, in rocce calcaree più dure, divenendo stretta e con pareti ripidee anche tortuosa e con ampi meandri.

Le rocce del nuovo tratto sono costituite nella parte superiore da una fitta alternanza di calcareniti grigiastre (20-40 cm), di straterelli più sottili, più teneri e chiari, e poi da spessi banconi (fino a 20 metri) stratificati di calcareniti dure e grigiastre, talora fossilifere, con macrofaune a lamellibranchi , gasteropodi, echinidi, brizoi, alghe e coralli.

Nella parte inferiore segue un'alternanza calcareo-marnosa, giallastra e più fossilifera.Si tratta della formazione Palazzolo, con microfaune del Miocene medio-superiore (Tortoniano), che costituisce una vasta copertura carbonatica fittamente fagliata e fratturata, superiormente carsificata e inclinata debolmente verso est, lungo la prima parte del secondo tratto, quasi rettilineo e con lievi ondulazioni, sono distribuite delle sorgenti che sono poste al contatto della parte inferiore impermeabile con quella superiore permeabile. Alcune di queste sorgenti servivano a rifornire il treno a vapore della soppressa 🚩ferrovia Siracusa-Vizzini.

Dopo una grande doppia ansa si giunge al ponte di Cassaro-Ferla . Le alluvioni del fiume, che si trovano terrazzate anche lungo i fianchi, sono costituite da matrice limoso-sabbiosa con ghiaie e prevalenza di grossi ciottoli che con varie dimensioni arrivano fino a dei grossi massi con composizione carbonatica o vulcanitica, come le rocce incise più a monte. Tali depositi testimoniano la grande forza di trasporto del fiume durante le piene e i vari livelli raggiunti nel tempo, evidenziati dalle incisioni che si notano lungo le pareti .Dopo una serie di grandi e stretti meandri, presso contrada Giambra, si trova il più imponente degli insediamenti preistorici della valle: la necropoli di Pantalica con il suo alveare di migliaia di tombe .

Sono inoltre note, in questa come in altre zone, delle suggestive grotte di prevalente origine carsica come quella detta Trovata dei Pipistrelli, ricche di stalattiti, stalagmiti e concrezioni varie. Dopo circa 3 km si arriva in contrada Fusco a Sud-Est di Sortino dove affiorano, frammiste ai calcari e in un`area intensamente fagliata, delle vulcaniti già presenti in deboli livelli a Pantalica. A Sud, in contrada Saramenzano, tutto il complesso è ricoperto da una alternanza di calcari brecciati e lenti marnose ricca di fossili .

Salvatore Quasimodo vi trascorse tante delle sue giornate passeggiando tra i viottoli scoscesi ; L'Anapo ha ispirato queste rime:

Alle sponde odo l’acqua colomba, Ànapo mio; nella memoria geme

al suo cordoglio uno stormire altissimo.

Sale soavemente a riva, dopo il gioco coi numi,

un corpo adolescente: mutevole ha il volto,

su una tibia al moto della luce rigonfia un grumo vegetale.

Chino ai profondi lieviti ripatisce ogni fase,

in sé ha la morte in nuziale germe.

Che hai tu fatto delle maree del sangue, Signore? Ciclo di ritorni

vano sulla sua carne, la notte e il flutto delle stelle.

Ride umano sterile sostanza In fresco oblio disceso

nel buio d’erbe giace: l’amata è un’ombra e origlia

nella sua costola. Mansueti animali,

le pupille d’aria, bevono in sogno.

Salvatore Quasimodo, “Ed è subito sera”, Milano, Mondadori, 1942

canyon anapo

Il tavolato calcareo Ibleo è fittamente inciso da profonde valli, dei veri e propri canyon e fra le più interessanti spettacolari c'è sicuramente la 🚩Cava Grande del Cassibile (foto sotto). Senza ombra di dubbio è una delle meraviglie della Sicilia orientale, un luogo dove contemporaneamente si possono scoprire una natura quasi incontaminata e tracce dell'uomo, sin dal Neolitico.In questa impressionante fenditura del tavolato, inciso dal fiume Cassibile nel suo alto e medio corso, lunga circa dieci chilometri, larga in alcuni punti circa uno e profonda in alcuni tratti fino a circa trecento metri, scorre l'antico Κακύπαρις dei greci, che continua ad erodere con le sue stupende acque cristalline, formando le cosiddette marmitte dei giganti e dei piccoli e profondi laghetti molto frequentati in estate.


abstract: Anapo Valley

An expedition through the protected area (soon to become a nature reserve) around the Anapo valley reveals an extraordinary landscape comprising a succession of gorges defined by vertical cliffs, along which ran the old Syracuse-Ragusa-Vizzini railway. For those who do not wish to walk the whole route (13km), there is an alternative clearly marked track which combines both natural and archeological points of interest, leading to the Cavetta necropolis (on the right immediately after the first tunnel), the southern necropolis (on both sides after the second tunnel) and the Filiporto necropolis (after 4km in the wall on the right). Furthermore, at the start of the alternative route, immediately on the right (level with a pier of the fallen bridge), can be seen a series of vents pertaining to the Galermi aqueduct, built by the tyrant Gelon to convey water from the river to Syracuse, which continues to be used for irrigation purposes. Flora and fauna – The geological formation known as the cave iblee (or Hyblaean quarries), a series of deep canyons cutting through the landscape, has harboured a broad range of plants in a concentrated area. The tree varieties that make up the thickly wooded section up a rocky slope include white and black poplars, and willows; there is also a profusion of tamarisks, oleanders,wild orchids and the nettle urtica rupestris, a relic from the Ice Age. Clinging to the slopes elsewhere are patches of Mediterranean maquis: forest of holm and cork oaks interspersed with, in the more arid parts exposed to the sun, an aromatic scrub of sage, thyme, giant fennel, euphorbia and thorny broom. The Oriental plane-tree deserves a special mention as it only grows wild in a very few places in Italy; the threat of a spreading fungus,a pathogenic canker, seems to have been checked here for the time being, thanks to appropriate measures.As regards fauna, the Anapo Valley also accommodates a large number of different species: foxes, pine martens, porcupines, hares and hedgehogs, painted frogs and other amphibians, dippers, stone chats, kingfishers, partridges and a pair of Peregrine falcon