Le Grotte di Pantalica e la Storia dell'Uomo
Ancora prima della colonizzazione greca, la Sicilia sud-orientale era abitata, ora sulle piane costiere ora sulle impervie montagne, da diverse popolazioni, come testimoniano i resti archeologici e la vasta necropoli di grotte artificiali di Pantalica....ma le prime tracce umane potrebbero risalire a parecchie migliaia di anni prima con progressivi insediamenti dell’Homo Sapiens...
Siamo in un'epoca in cui le città della Grecia classica incominciano ad espandersi, in cui il ferro è ancora sconosciuto ed il bronzo è la grande innovazione tecnologica. Siamo nell'epoca degli eroi di cui ci parla Omero nell'Iliade e nell'Odissea, per intenderci, quando era il popolo Miceneo, del leggendario Agamennone, a solcare i mari in cerca di nuovi approdi commerciali. È proprio in quest'epoca che la roccaforte di Pantalica in Sicilia raggiunge la sua massima potenza.Oggi La necropoli rupestre di Pantalica è una località naturalistico-archeologica della provincia di Siracusa.
Il nome del sito deriva dal greco antico πάνταλίθος = tutto pietra, luogo di pietre (in seguito Pantalitos, Pantalita, Pantalica)
oppure dall’arabo Buntarigah=luogo di grotte (da qui Puntariga,Pantarica,Pantalica) per la presenza di molteplici grotte naturali e artificiali. Nel 2005 il sito è stato dichiarato, insieme con la città di Siracusa, Patrimonio dell’Umanità da parte dell’UNESCO.
Ma andiamo un po’ indietro nel tempo…Quando e da dove è iniziato il primo popolamento della Sicilia? E di Pantalica? Due le principali teorie sulle prime dinamiche demografiche in Sicilia:
l'arrivo di umani provenienti dalla penisola italiana attraverso lo stretto di Messina
la provenienza dall'Africa attraverso una specie di ponte formatosi durante i periodi di regressione marina.
migrazioni dei primi umani verso la Sicilia
Considerando che la diffusione di uomini e faune deve aver seguito le stesse rotte durante le principali regressioni marine, possiamo associare l'origine e il tempo della prima diffusione umana nell'isola con le fasi delle regressioni marine; in particolare, per quanto riguarda l'area iblea, è più probabile un “passaggio” africano-maltese.
In questo particolare scenario nel Pleistocene il mare tra la piattaforma tunisina e Malta era occupato da arcipelaghi di piccole isole che fungevano da ponti e che determinavano nel contempo una via di migrazione dall'Africa . L'altopiano ibleo è il promontorio più settentrionale della placca africana ed è formato da una serie di terrazze calcaree digradanti verso una pianura costiera nei lati sud e est, mentre è delimitata lungo il lato nord-occidentale dalla fossa Gela-Catania e dalla piana di Catania. Tutta l'area è interessata, almeno dal Neogene, da un sollevamento tettonico con forti sconvolgimenti ed è attraversato da una rete idrografica formata da piccoli fiumi e torrenti che scorrono stretti e profondamente incastrati (canyon o cave in dialetto) e che si aprono poi nella pianura costiera determinando così tre diversi ambienti iblei:
altopiani calcarei semi-aridi e con marcate caratteristiche carsiche:il plateau Ibleo
canyon con condizioni umide e riparate: Pantalica
pianure costiere come il bacino del corso finale del fiume Anapo, con lagune, dune, coste basse e rocciose con grotte di origine carsica-marina che si aprono nelle scogliere. E certamente queste caratteristiche ambientali con la loro evoluzione nel tempo e nello spazio e la presenza di stratificazioni di selce nella parte occidentale dell'Altopiano sono state condizioni molto favorevoli per un potenziale popolamento umano dell'area degli Iblei in generale e quindi anche di Pantalica in particolare. La scoperta di strumenti litici, di rudimentali utensili e anche il ritrovamento di una incisione su pietra che rappresenta un bue , indicano la presenza di Homo Sapiens nella Cava di ”Giovanna” 12.500 anni fa.
grotta di Giovanna: incisione di un bovide su pietra calcarea datata circa 12.500 anni fa
Questi gruppi di umani, arrivati in Sicilia durante i periodi di regressione marina, hanno lasciato un altro segno della loro presenza nella 🚩grotta di Spinagallo dove sono stati ritrovati anche frammenti di ossa di Elephas falconeri , l' elefante nano siciliano.
elefante nano
In conclusione l’altopiano Ibleo fornisce, insieme con altre aree italiane (la Puglia, il Materano) e del Mediterraneo (la Serbia,la Slovenia,la Cappadocia), numerosi esempi di un fenomeno noto come “civiltà rupestre”: l’uso di abitare nelle grotte "Cave Dwellers", non soltanto nelle fasi più antiche della preistoria dell’ Uomo, ma anche in periodi storici molto più vicini a noi.
Storici ed archeologi hanno fatto sempre più luce sulla diffusione geografica e sulla cronologia di questo tipo di insediamenti; spesso fu anche la necessità di sfuggire a gravi pericoli, come le invasioni di pirati dal mare, a costringere gruppi sempre più consistenti di persone a cercare rifugio in luoghi sicuri, scegliendo siti molto arroccati, come è appunto l'area di Pantalica, necropoli di 5000 grotte a pochi Km da Ferla e da Sortino e divenuta nel 2005 ,insieme a Siracusa, patrimonio🚩UNESCO .
Non per caso il termine pantalica deriva dall’arabo buntarigah che significa luogo pieno di grotte ma potrebbe derivare anche dal greco πάνταλίθος = tutto pietra e cioè luogo pieno di pietre . Le prove dell’antichissimo passato sono state purtroppo distrutte dai successivi insediamenti, depredazioni, saccheggi, devastazioni.
Di sicuro la gente del posto, nel tempo, ha utilizzato Pantalica come cimitero, come prigione , come luogo di culto e come abitazione.
Questo tipo di insediamento presenta elementi simili ad altri sia in Sicilia sia in italia per:
il contesto geologico: pareti di roccia non facilmente accessibili su fiumi e torrenti e speroni rocciosi affioranti in zone collinari o montagnose; e infatti tante grotte scavate sono ad oggi difficilmente accessibili.
la vicinanza o la disponibilità di acqua: il fiume Anapo nel nostro caso;
la prossimità di più antiche grotte: sia naturali sia scavate nella roccia, talvolta utilizzate come modello, tal'altra riadoperate con ampliamenti e modifiche;
le fortificazioni attorno all'area: il palazzo del principe (ανακτόρον) nel caso di Pantalica.
Pantalica deve essere considerata non solo una grande necropoli ma anche una fortezza naturale che, per la sua stessa intrinseca struttura (le grotte naturali e le grotte scavate nelle rocce calcaree) è stata probabilmente abitata dai Sapiens provenienti dall'Italia attraverso lo stretto di Messina ma anche attraverso una specie di ponte Sicilia->>>piccole isole->>>Africa formatosi durante i periodi di regressione marina (fig. sotto). Pantalica è stata probabilmente abitata dall'Uomo del Paleolitico prima e , a seguire, dall'Uomo del Neolitico.
la Sicilia e il Mediterraneo nei periodi di regressione marina
una delle tante grotte naturali a Pantalica abitata dai Sapiens del tardo Paleolitico
Allora alla domanda: Chi abitava le grotte di Pantalica prima della civiltà di Pantalica stessa? si può rispondere che questo ha avuto a che fare con il flusso intermittente di migrazioni di umani verso la Sicilia a partire dal Paleolitico medio, umani che hanno individuato alcune zone strategiche (come è appunto Pantalica) per insediarsi e difendersi dai pericoli.
per saperne di più:
Il popolamento umano della Sicilia Forgia,Sineo,Petruso
Palaeoecological diversity of southeastern Sicily during Neogene/Quaternary Iovino, Marziano
Il Paleolitico nel siracusano Guzzardi
Gli elefanti nani siciliani di 500.000 anni fa Gambuzza, Giuliano
abstract:
Humans were present in Sicily at the end of the Pleistocene Epoch. Cave drawings confirm a presence only by 15000 BC, if not earlier, and there is no evidence to suggest anything but a continuous presence since that period. In general terms, early Sicily may be represented by the following periods:
350.000 BC - Humans left tracks in the volcanic ash of the Roccamonfina volcano in Italy
100.000-10.000 BC - humans are present in Sicily in caves: Caves have been systematically excavated during the past.Cave Dwellers is the term used to designate ancient people who occupied caves . - Cava di Giovanna, grotta Spinagallo, grotta San Teodoro, grotte di Pantalica...
8.000 BC - early settlements and cave drawings in coastal areas such as Addaura .
3.000 BC - use of copper tools in certain localities, probably reflecting non-Sicilian influences. - Stentinello
2.500 BC - use of bronze throughout "Proto-Sicanian" Sicily; contact with foreign cultures. - Castelluccio
1.600 BC - presence of an identifiable, distinct "Sicanian" culture across Sicily. - Thapsos
1.200 BC - arrival of Sicels in eastern coastal areas, encouraging Sican migration westward. - Pantalica