Evoluzione della specie umana
La causa dell'evoluzione della vita sulla Terra in generale e dell'evoluzione umana in particolare sono le mutazioni del DNA. Il DNA che costituisce i nostri geni e quelli di tutti gli organismi viventi,è soggetto a mutazioni casuali. Di tanto in tanto, quelle mutazioni modificano un tratto importante, come il colore del pelo di un animale o un determinato comportamento. Gli allevatori scelgono gli animali dotati dei tratti che ritengono preferibili e li fanno accoppiare: questa è la selezione artificiale. In natura, a effettuare la selezione sono l'ambiente e il sesso opposto.
Ad esempio, se grazie a una mutazione un animale nasce con un mantello di un colore tale da fornirgli maggiore protezione contro i predatori, potrà vivere più a lungo e generare più figli. Se un elaborato rituale di corteggiamento risulta più gradito ai potenziali partner, anche questo comportamento garantirà un successo maggiore nella riproduzione.
Con il tempo, queste mutazioni adattative si diffondono in una popolazione e cambiano le sue caratteristiche morfologiche; in un tempo sufficientemente lungo, possono anche dar vita a nuove specie.Ma andiamo alla nostra evoluzione:La linea evolutiva dell'uomo si è separata da quella delle scimmie antropomorfe almeno sette milioni di anni fa (v.schema riassuntivo sotto)
In sintesi il lungo cammino fino al Sapiens (m.a.= milioni di anni):
4,4 m.a. Ardipithecus ramidus
3,5 m.a. Australopithecus afarensis 🚩🚩 LUCY
L’Homo Erectus non aveva soltanto un cervello e un fisico più sviluppati dei suoi predecessori, ma come ci indicano i reperti ritrovati nei siti archeologici, era anche carnivoro. Riteniamo si procurasse il cibo cacciando. Il tipo di alimentazione di un animale ha importanti conseguenze sulla sua vita. Le specie di erbivori vivono necessariamente vicino alle specie di piante di cui si nutrono. Per i carnivori non vale lo stesso principio: poiché la carne è carne ovunque la si trovi, l’estensione del loro territorio è molto più vasta. Per questo l’Homo Erectus ha ampliato sempre di più il proprio raggio d’azione, allontanandosi progressivamente dal luogo d’origine. E tra i fattori che hanno determinato questo processo, il principale è la pressione esercitata dal numero di Homo Erectus che rimangono ancora nella terra natia. Non si tratta di una migrazione come quella degli uccelli che si spostano a sud per l’inverno. Qui si tratta della dispersione di una specie.
Intanto l'evoluzione umana continua con:
E le ricerche continuano ancora oggi. Nel 2013 nella grotta di Rising Star, in Sudafrica, è stata scoperta una straordinaria quantità di resti fossili di un ominide. La loro classificazione e ricomposizione ha permesso di stabilire che appartenevano a una nuova specie di ominide fino ad allora sconosciuta, battezzata 🚩🚩Homo Naledi . Analisi più approfondite della mano e del piede di Homo Naledi confermano e, anzi, accentuano l'unicità di questa specie di Homo con cui i paleoantropologi si trovano ora a dover fare i conti nella ricostruzione dell'albero filogenetico del nostro genere e della nostra specie. Secondo i ricercatori, tutti questi caratteri indicano che H.Naledi ( foto sotto) doveva avere un repertorio di capacità di locomozione più ampio sia degli australopitechi, poiché era perfettamente a suo agio con la camminata bipede, sia dell'uomo moderno, poiché si poteva comunque arrampicare e spostare fra i rami molto più agevolmente.
Homo Naledi
per saperne di più: