Prima dell'arrivo dei Greci la Sicilia e i suoi abitanti sono avvolti da un velo di mistero che soltanto alcune leggende, confermate da riscontri archeologici, riescono, anche se solo in parte, a dipanare. Una di queste, ad esempio, ci tramanda dell'arrivo a Lipari degli Ausoni provenienti dalla Campania e del loro successivo insediamento sulle coste settentrionali della Calabria e della Sicilia; altre ci narrano, invece, dell'arrivo dei Morgeti in Sicilia attraverso lo Stretto o dei Siculi che, dopo aver respinto i precedenti abitanti Sicani verso le impervie regioni centromeridionali e occidentali dell'Isola, si stabilirono nella Sicilia orientale. In un certo modo esse ricostruiscono il periodo precedente alla colonizzazione greca della Sicilia per quanto riguarda l'assetto politico ed etnico.
Quando i Greci, intorno al 734 a.C., vi si stanziarono, non trovarono l'Isola abitata da un'unica etnia; gli stessi scrittori dell'epoca ci parlano di diverse genti: Siculi, Sicani ed Elimi.
Secondo le tradizioni più antiche, i primi abitanti della Sicilia furono i Sicani, dai più considerati autoctoni. Ad usare, invece, per primo il termine Σικελόι cioè Siculi fu Tucidide che nel V sec. a.C. così ricostruì la successione delle popolazioni in Sicilia, nel VI libro della sua Storia della guerra del Peloponneso.
Sull'origine del termine così scrive Susanna Valpreda: "Il nome con cui i Greci chiamavano la Sicilia è Sikelia (in greco Σικελία). Ma quando nasce esattamente questo toponimo? Nel XXIV libro dell'Odissea Omero cita una terra detta Sikanìe (Σικανίη) non si sa però se si riferisse già alla Sicilia. Per Erodoto, l'isola, ai tempi di Minosse, si chiamava Sikanìa (Σικανία), nome successivamente modificato in Sikelìa. Per Tucidide l'isola era chiamata Sicanìa dai Sicani, mentre prima aveva il nome di Trinacria (Guerra del Peloponneso, VI, 2, 2). Quest'ultimo toponimo, il cui significato sarebbe "che ha tre punte", potrebbe derivare, a sua volta, da Θρινακίη (dall'etimologia incerta), attestato nell'Odissea di Omero e riferito all'isola in cui pascolavano i buoi di Helios, tradizionalmente identificata con la Sicilia (l'isola del Sole). In seguito, secondo il racconto tucidideo, giunsero nell'isola i Siculi che, sconfitti in battaglia i Sicani e scacciatili verso le zone meridionali e occidentali dell'isola, trasformarono il nome in Σικελία, da cui Sicilia. Affascinante ma priva di riscontri è l'etimologia per cui il toponimo Sicilia deriverebbe dai termini greci συκῆ, "fico" o συκ, "abbondanza" ed ἐλαία, "oliva", a indicare prodotti tipici dell'agricoltura isolana che ne mettano in risalto la felicità climatica."
La più antica cultura neolitica nell'isola sembra essere quella oggi convenzionalmente nota col nome di Civiltà di Stentinello , dal nome del villaggio vicino Siracusa dove fu identificata per la prima volta e dove l'aspetto dell'insediamento è caratterizzato da un fossato scavato nella roccia che circoscrive una superficie di forma ovale di circa 200x180 metri . Sulle vulcaniche isole Eolie che si trovano a nord-est della Sicilia e di cui Lipari era, ed è tuttora, la piu importante, l'insediamento più antico appartiene anch'esso alla cultura di Stentinello. Quale che fosse la fonte immediata d'ispirazione della cultura di Stentinello, intorno al 3000 a. C. o poco dopo compaiono più o meno simultaneamente nell'Italia del sud, in Sicilia e a Malta, due elementi nuovi di provenienza diretta dall'Egeo, e uno di essi specificamente dalle Cicladi settentrionali.
Essi sono l'uso del rame e le tombe scavate nella roccia. In precedenza l'inumazione si era effettuata entro fosse poco profonde o entro la cosiddetta " cista litica ", recipiente a forma di scatola, che veniva seppellito nel terreno e in genere delimitato da ciottoli o pietre. Queste sepolture furono ora sostituite da grotticelle scavate nella roccia, spesso precedute da una specie di anticamera, con la quale costituivano nell'insieme una struttura non dissimile dal forno dei contadini siciliani (per cui alcuni archeologi le chiamano proprio "tombe a forno ". Le tombe a forno furono presenti un po' dovunque in Sicilia e rimasero, con variazioni architettoniche di scarso rilievo, il tipo standard di camera sepolcrale fino alla ellenizzazione più o meno completa della popolazione pregreca nel corso V secolo A. C.