Il Monte Lauro (986 metri s.l.m.), antico vulcano spento, è il perno di tutta l'area.Sono distinguibili le seguenti aree morfologiche:
- Iblei interni, dominati dalla sommità larga e piatta del Monte Lauro, dove prevalgono i tufi e i basalti intercalati e sovrapposti ai calcari che conferiscono al rilievo lineamenti bruschi ed accidentati. Il rilievo mostra numerose incisioni in corrispondenza dell’alto corso dei fiumi che a raggiera scendono a valle .
- Altopiano ibleo, un’estesa piattaforma calcarea che degrada verso l’esterno con ampie balconate, limitate da gradini più o meno evidenti e caratterizzato dalle profonde incisioni fluviali delle “cave” iblee.
- Fascia costiera, caratterizzata dall’alternanza di falesie sabbioso-calcarenitiche e da spiagge bordate da cordoni dunali, con estensioni verso l’entroterra ed a morfologie variabili di natura marnoso-argillosa.
L’idrografia è delineata da una serie di corsi d’acqua che presentano un regime tipicamente torrentizio, con deflussi superficiali solamente nella stagione invernale e soprattutto in occasione di precipitazioni intense e di una certa durata, e che si presentano completamente asciutti nel periodo estivo, per la scarsa piovosità e l’alta temperatura che favorisce l’evaporazione.
i Monti Iblei hanno avuto i loro vulcani. Certo, sono antichi di alcuni milioni di anni, ma la sorgente magmatica che li ha alimentati, in un certo senso, funziona ancora. Solo che non genera più vulcani, ma produce terremoti. È la Scarpata di Malta, un sistema di faglie “sismogenetico” tra i più pericolosi del Mediterraneo centrale, capace di generare terremoti devastanti.
La Sicilia orientale è dominata soprattutto dalla presenza dell’ 🚩🚩 Etna, uno dei vulcani più attivi al mondo. Ma il vulcanismo attuale rappresenta soltanto l’ultima parte di una storia geologica lunga milioni di anni ed iniziata più a Sud, all’estremo lembo meridionale di terra sicula, a Capo Passero. Da quell’area, infatti, i vulcani sono “migrati” verso Nord, distribuendosi su vaste aree del territorio ibleo, da Siracusa a Grammichele, da Lentini a Palagonia. Da poco più di un milione di anni, i vulcani dei Monti Iblei si sono “estinti” e non eruttano più, mentre il vulcanismo si è ulteriormente spostato più a Nord, oltre la Piana di Catania, dove ha edificato l’imponente massiccio vulcanico etneo oggi attivo.(fig.sotto).