Il Paleolitico
tecnologia del paleolitico
Il Paleolitico è l’antica età della pietra o età della pietra scheggiata. L'esempio più evidente rimasto sono le pietre scheggiate ( 🚩chopper). Da tempo si sa che la scheggiatura della pietra non finisce in un momento preciso, pertanto il Paleolitico non viene attualmente considerato un periodo, ma piuttosto un modo di vita. Esso rappresenta il modo di vita più diverso e lontano dal nostro ed il più longevo, dal momento che l’umanità vi ha vissuto per due milioni di anni.
E’ lo stadio dell’uomo “spazzino” della natura, raccoglitore e cacciatore, che abita dapprima in capanne all’aperto e poi in grotte e ripari.Il Paleolitico è tradizionalmente suddiviso secondo criteri litotecnici e cronologici in Paleolitico inferiore e Paleolitico superiore.
Paleolitico inferiore
Il Paleolitico inferiore inizia 2 milioni e 500 mila anni fa in Africa con la comparsa di homo habilis: Il Paleolitico inferiore è caratterizzato dalla produzione dei più antichi manufatti umani, ascrivibili alla più primitiva tecnologialitica, la cultura Olduvaiana, così denominata dal giacimento di Olduvai in Tanzania. Tale cultura è rappresentata da ciottoli o blocchi di pietra scheggiati su una sola faccia (chopper), ciottoli con scheggiatura alterna (chopping-tool ), poliedri a scheggiatura multidirezionale, schegge informi. Tali oggetti furono rinvenuti in Africa a partire da circa 2,5 milioni di anni fa accanto ai resti fossili di Homo habilis. Gli stessi reperti compaiono in Europa circa un milione di anni fa.
A partire da 1,4 milioni di anni fa in Africa e da circa 700.000 anni fa in Europa, si afferma la cultura Acheuleana, tipica di Homo Erectus, caratterizzata dalla produzione di utensili più elaborati, a forma di mandorla, lavorati su due lati in modo simmetrico,🚩amigdale e/o bifacciali( fig.in alto). I bifacciali venivano utilizzati soprattutto per l’estrazione di radici dal terreno , per triturare i vegetali ma anche come arma di difesa e offesa.
Paleolitico superiore
Il Paleolitico superiore inizia convenzionalmente 40 mila anni fa ed è caratterizzato dalla presenza dell’Homo Sapiens Sapiens. La fine della glaciazione würmiana è fissata per convenzione a 10.000 anni fa. Questo limite cronologico non solo segna la fine del Paleolitico superiore e il passaggio al successivo Mesolitico, ma coincide anche con il limite tra il Pleistocene e l'Olocene che si riferisce al momento in cui il ritiro della calotta glaciale consentì l'entrata dell'acqua salata del Mare del Nord nell'area del Baltico.
grotta scavata dall'Uomo nel Paleolitico
Il periodo glaciale di Würm è caratterizzato da due stadi freddi separati da una lunga fase più temperata (che si protrae tra 50.000 e 25.000 anni fa), durante la prima parte del quale l'uomo di Neanderthal scomparve progressivamente dall'Europa fino ad estinguersi e ad essere sostituito dall'uomo Sapiens moderno.L'🚩Homo Sapiens infatti è comparso in Europa per migrazione dai territori del vicino Oriente o dalle coste settentrionali dell'Africa.
Ambiente e territorio durante il Paleolitico superiore nell'Italia
Durante la glaciazione di Würm, in conseguenza della regressione marina, la configurazione del territorio era ben diversa dall'attuale, e la possibilità di contatti e di scambi tra la penisola italiana e parte di quella balcanica era ben maggiori nell'Interpleniglaciale, fase calda dell'era glaciale che si estende tra 50.000 e 25.000 anni dal presente, le aree interessate dalla presenza dei ghiacciai erano un po' più estese delle attuali, poiché nelle regioni montuose il limite delle nevi perenni era un centinaio di metri più basso di quello odierno. Le linee di costa si trovavano circa venti metri più in basso di quelle attuali. Il clima era generalmente freddo e arido, con dei momenti moderatamente più temperati e umidi.
II Pleniglaciale würmiano, tra 25.000 e 15.000 anni da oggi, segna un generale irrigidimento climatico che culminerà verso 20.000 anni fa con l'acme glaciale in cui i ghiacciai continentali dell'Europa settentrionale e i ghiacciai alpini raggiungeranno la massima espansione.Il ritiro definitivo delle masse glaciali dalle regioni dell'Europa settentrionale in relazione a un lento, ma progressivo innalzamento della temperatura, segna l'inizio del Tardiglaciale würmiano. Durante il Tardiglaciale, che interessa un arco cronologico compreso tra 15.000 e 10.000 anni dal presente, vengono distinte delle fasi a clima freddo e arido intervallate da momenti temperato-umidi nel corso dei quali la vegetazione, gli animali e quindi anche l'uomo si diffondono nuovamente in territori in cui in precedenza era impossibile accedere, come ad esempio nell'ambiente montano.
IL PALEOLITICO IN SICILIA
L'uomo paleolitico ha lascialo poche tracce di sé. Malamente differenziato dagli animali, circolava per le campagne armato di pietre appuntite e schegge di selce. Abitava le caverne ed in fondo ad esse seppelliva i morti.In Sicilia le più antiche testimonianze si riferiscono al Paleolitico superiore (30.000 anni fa): graffiti nella grotta dell’Addaura, sul monte Pellegrino a Palermo, e nella grotta Cala dei genovesi sull’ isola dì Levanzo (Trapani).
La presenza dell'uomo paleolitico nella zona del siracusano è documentata da alcune grotte costiere, e in particolare dal giacimento di ippopotami delle Cave di S. Cusimano, nei pressi di Mégara Hyblaea.
IL MESOLITICO è caratterizzalo da alcuni insediamenti sull'isola: S. Basilio nel messinese e Corruggi nel siracusano. Queste comunità entrarono sicuramente in contatto con le prime popolazioni neolitiche.
IL NEOLITICO (4000 - 2500 a.C.) evidenzia forme di civiltà più evolute e la presenza di un popolo laborioso. L'uomo ha imparalo a levigare la pietra da cui ricava armi ed utensili più efficienti. Lavora l'argilla, addomestica il bue, il cane e la pecora della quale lavora il latte. Costruisce villaggi di capanne, protetti da trincee.
La cultura neolitica in Sicilia tu caratterizzata da un fenomeno di migrazione di genti che, dal Mediterraneo orientale si erano precedentemente insediale sulle coste orientali dell'Italia peninsulare. Nel siracusano si sviluppò la "cultura di Stentinello", dal nome del villaggio trincerato nei pressi di Thapsos, oggi completamente inghiottito dall'erosione marina, caratterizzata dalla ceramica impressa a crudo con l'unghia o con conchiglie.Gli elementi decorativi sono la linea, il triangolo e due losanghe che rappresentano gli occhi.
L’ENEOLITICO (2500 - 2000 a.C.) Ha inizio con la scoperta del RAME, che deve avere provocato una grande rivoluzione culturale: le armi sono diventate più lunghe e più efficaci. Alcuni studiosi fanno coincidere l'introduzione del rame in Italia con l'arrivo di nuove genti: gli Italici. Accanto al rame si conoscono anche l'oro, l'argento ed il piombo.I villaggi sono organizzati socialmente e presentano tracce di urbanizzazione (strade, piazze, cinte murarie).
Vanno ascritte all'Eneolitico la Grotta Palombara, nei pressi di Belvedere di Siracusa, e la grotta naturale Vallone Picci, nei pressi di Stentinello.Nasce, tra il 3000 e il 1700 a.C. la cultura di Grotta Chiusazza, tra Siracusa e Canicattini.
IL BRONZO (lega, 15% di stagno e 85% di rame) appare in Egitto intorno al 3000 a.C., in Grecia intorno al 2200 a.C., e due secoli dopo fa la sua comparsa in Sicilia.
Nel siracusano si individua una prima età del bronzo tra il 1700 ed il 1400 a.C., nella🚩cultura di Castelluccio, dal nome del villaggio presso Noto esplorato da Paolo Orsi nel 1890. Di questo periodo sono alcuni villaggi sorti sulla fascia costiera del Siracusano: la cava di Cana Barbara nei pressi di Augusta, il villaggio Tìmpaddieri presso Villasmundo e i villaggi Bernardina nei pressi dì Melilli, e Predio Reale nei pressi di Scala Greca a Siracusa.
La seconda età del bronzo (1400-1270 a.C. si individua nella🚩cultura di Thapsos (isola di Magnisi), presso Priolo.
La terza età del bronzo (1270-650 a.C.) è la 🚩cultura di Pantalica.
La Sicilia pre-ellenica
Gran parte della Sicilia, intorno al secondo millennio avanti Cristo, era abitata dai Sicani, un popolo pre-indoeuropeo, ma erano presenti numerosi Greci, mentre i Fenici, antichi discendenti dei Cartaginesi, qui possedevano numerosi stanziamenti.Intorno al 1300 a.C. i Siculi, provenienti dall'estrema punta della penisola italica, si stabilirono lungo la costa orientale della Sicilia spingendo verso l'interno Sicani, Fenici e Greci. Ortigia divenne lo sbocco marittimo dell'antico regno di Hybla (l'odierna Pantalica).Secondo alcuni studiosi, i Siculi avevano abitato la Sicilia già parecchio tempo prima di stabilirvisi definitivamente, provenienti dall'Africa. Da qui avevano raggiunto il continente occupando la penisola iberica, successivamente raggiunsero la Francia e poi nuovamente l'Italia e la Sicilia.
Tracce di Siculi sono state rinvenute nel Lazio e in Calabria, e questo giustifica la tesi secondo la quale i Siculi sono giunti in Sicilia dal continente, ma si tratta di un movimento di ritorno, dopo un pellegrinaggio di secoli, e qui si sarebbero imposti ai fratelli che dopo la prima migrazione avevano deciso di restare sulla grande isola. Intorno al 750 a.C. approdarono sulle coste della Sicilia numerosi coloni greci, che spinsero verso l'interno i Siculi. Gli Ionici greci si stabilirono sulle coste nord-orientali, i Dori predilessero le coste sud-orientali.
fonte: Davide Tanasi
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