Siracusa Συράκουσαι
Le origini di Siracusa si perdono nelle nebbie del tempo, ma si fanno risalire intorno al 735-734 a.C. La città fu fondata da un gruppo di esiliati greci, guidati dal corinzio Archia. Il nome Siracusa sembra derivare dal siculo Syraka (abbondanza d'acqua), per la presenza di molti corsi d'acqua e di una zona paludosa. In greco e in latino è al plurale, Siracusae, perché la città fondata da Archia divenne in pochi anni una Pentapoli. Al nucleo originale formato dall’isoletta di Ortigia, si aggiunsero sulla terraferma quattro nuclei: Acradina, Tiche, Neapoli ed Epipoli. Situata in posizione strategica per i commerci nel Mediterraneo, Siracusa divenne presto ricca e popolosa. Pochi decenni dopo la fondazione, riusciva a costituire diverse colonie: Acre (Palazzolo), Enna (Castrogiovanni), Casmene, Camarina e Talaria.
Ortigia mostra subito il fascino di un luogo che ha visto succedersi e stratificarsi, in oltre tremila anni, espressioni importanti delle maggiori civiltà del Mediterraneo. Ecco come fu descritta da Cicerone nelle sue orazioni contro Verre: "Avete spesso sentito dire che Siracusa è la più grande città greca, e la più bella di tutte. La sua fama non è usurpata: occupa una posizione molto forte, e inoltre bellissima da qualsiasi direzione vi si arrivi, sia per terra che per mare, e possiede due porti quasi racchiusi e abbracciati dagli edifici della città. Questi porti hanno ingressi diversi, ma che si congiungono e confluiscono all'altra estremità. Nel punto di contatto, la parte della città chiamata l'isola (di Ortigia), separata da un braccio di mare, è però riunita e collegata al resto da uno stretto ponte. La città è così grande da essere considerata come l'unione di quattro città, e grandissime: una di queste è la già ricordata isola, che, cinta dai due porti, si spinge fino all'apertura che dà accesso a entrambi. Nell'isola è la reggia che appartenne a Ierone II, ora utilizzata dai pretori, e vi sono molti templi, tra i quali però i più importanti sono di gran lunga quello di Diana e quello di Minerva, ricco di opere d'arte prima dell'arrivo di Verre. All'estremità dell'isola è una sorgente di acqua dolce, chiamata Aretusa, di straordinaria abbondanza, ricolma di pesci, che sarebbe completamente ricoperta dal mare, se non lo impedisse una diga di pietra. La seconda città è chiamata Acradina, la terza Tycha: la quarta è chiamata Neapolis (città nuova), perché costruita per ultima".
Sul suolo di questa città rimangono i resti del Tempio di Atena (V° secolo a.C.), in seguito convertito a cattedrale. Inoltre, rimangono i resti di un teatro greco, un anfiteatro romano e molte altre costruzioni. Queste testimonianze attestano la turbolenta storia della Sicilia (dalla dominazione dei Greci a quella dei Romani, dai Bizantini ai Borboni, passando attraverso la dominazione araba, normanna, di Federico II (Hohenstaufen, 1197-1250) e da quella degli Aragonesi. L'antica Siracusa rappresenta perciò una testimonianza unica nel suo genere.
All’ingresso della città di Siracusa è posto il “Parco Archeologico della Neapolis” in cui sono comprese le principali rovine di epoca greca della città siracusana. Al di fuori di esso vi sono la Strada Panoramica, le rovine del Teatro Lineare, il “Tecnoparco Archimede” dedicato al famoso scienziato aretuseo, le rovine di Contrada Zappalà e l’asse viario formato dalle Vie Cavallari – Romagnoli con la statua bronzea del “Prometeo Incatenato” in cui si raggiunge la Casina Cuti (in cui sono poste la biglietteria d’ingresso al parco archeologico e le bancarelle dei souvenirs) e le rovine orientali del parco archeologico. Varcato l’ingresso a pagamento possiamo ammirare la Chiesa di San Nicolò ai Cordari, l’Arco Augusteo e le Piscine Romane, le rovine dell’Anfiteatro Romano di Siracusa (uno dei più grandi esistiti in Sicilia), l’Ara di Ierone ossia un altare votivo fatto erigere dall’omonimo tiranno siracusano, la Casina dei Mugnai che era un antico mulino facente parte di un sistema di palmenti alimentati dall’Acquedotto Galermi (vedi più sotto) e ovviamente il Teatro Greco di Siracusa, che è il monumento più importante del parco archeologico in cui oggigiorno si tengono rappresentazioni di antiche tragedie greche e spettacoli di vario tipo. A poca distanza dal Teatro Greco presso la zona alta del Parco Archeologico della Neapolis vi sono la Grotta del Ninfeo, una fontana che funge da sbocco del sopracitato Acquedotto Galermi, il Colle Temenite e le rovine del Santuario di Apollo Temenite. La parte meridionale del parco archeologico presenta il celebre Orecchio di Dionisio (cavità artificiale caratterizzata da una particolare acustica), la Grotta dei Cordari in cui un tempo vi lavoravano i fabbricanti di corde, la Grotta del Salnitro, le Latomie della Neapolis e la “Necropoli delle Grotticelle” in cui è posta la cosiddetta “Grotta di Archimede”.