cartoline di Sicilia

CHIESA Madre : MODICA (SR)

TEATRO GRECO : TAORMINA

taormina

Nel 358 a.C superstiti cittadini di Naxos,la città calcidese distrutta nel 403 a.C da Dionisio il Vecchio di Siracusa, guidati da Andromaco, padre dello Storico Timeo,fondarono Tauromenion sul Monte Tauro (già sito di un precedente abitato indigeno poi ellenizzato).

La città si sottomise a Ierone II, il grande tiranno di Siracusa,durante la I guerra punica,e ppoi ai Romani divenendo civitas foederata.

Alla fine della Repubblica, durante il secondo triumvirato, venne coinvolta nel conflitto fra Ottaviano e Sesto Pompeo, e,dopo la vittoria del primo, nel 36 a.C fu dallo stesso mutata in colonia militare.

Le rilevanti testimonianze architettoniche mostrano la prosperità e la relativa importanza della città soprattutto nei primi due secoli dell’età imperiale: il teatro ristrutturato ed ampliato ,le terme pubbliche nell’area del Foro(dietro la Caserma dei Carabinieri) sul lato nord della Piazza Vittorio Emanuele dove si ubicava il Foro(in continuità con l’Agorà della città greca); il Ginnasio con l’annessa Biblioteca ,nella terrazza sottostante l’area del teatro, l’Odeon presso la Chiesa di S. Caterina; la cosiddetta naumachia, grandioso prospetto monumentale di un grande serbatoio d’acqua, la ricca domus con pavimenti musivi nell’area di Villa S.Pancrazio.

Il monumento più grandioso ,e celebrato fra le "memorie" emblematiche della Sicilia Antica, è proprio il Teatro,la cui cavea fu ricavata ed intagliata nel fianco della collina.

Il primo impianto,di età ellenistica, risale probabilmente al III secolo a.C.:ad esso appartengono alcini tratti di muratura in blocchi squadrati ancora visibili sotto la scena,alcune iscrizioni greche sui sedili di calcare della cavea,e soprattutto il basamento di un piccolo tempietto sul belvedere soprastante la cavea.

Già all’epoca di Augusto risalgono probabilmente la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio,il cui assetto può ascriversi alla prima metà del II Secolo a.C.: con un diametro massimo di m.109(e un orchestra del dm. di 35 m.) e una capienza della cavea che doveva raggiungere all’incirca 1.0000 spettatori era per grandezza il secondo teatro della Sicilia dopo quello di Siracusa.

La cavea constava di nove cunei, o settori,di gradinate; ai posti delle file superiori si accedeva dall’esterno si accedeva attraverso una rampa,da ovest, e una scala, da est.

Il muro di fondo alla sommità della cavea è mosso da un alternanza di nicchie semicircolari e rettangolari,originariamente arricchite da una sequenza di colonne di granito.

Posteriormente a questo muro correva un doppio portico con copertura a volta il cui muro di fondo verso l’esterno è scandito da una serie di arcate,impostate su grandi pilastri,ricostruite per un tratto(erano in totale 46).

La scena del tipo orientale,frequente in Grecia e Asia Minore ma rara in Occidente presentava un fronte(scaenae frons) decorata da doppio ordine di colonne corinzie e nella quale si aprivano tre grandi porte fiancheggiate da nicchie semicircolari e rettilinee;le colonne ora visibili sono state collocate impropriamente da un infedele intervento di restauro condotto intorno al 1860.

Le grandi aperture della scena inquadravano e "inserivano" nello spettacolo il grandioso Panorama della costa con la mole dell’Etna sullo sfondo.

Ai lati occidentale e orientale della scena si sviluppavano due ampie e grandiose sale voltate (versurae ) per l’afflusso del pubblico .

In avanzata e tarda età imperiale romana l’abbandono delle rappresentazioni sceniche con l’utilizzo pressoché esclusivo del teatro per combattimenti gladiatorii, venationes con bestie feroci etc comportò un effettiva trasformazione del teatro in anfiteatro;l’orchestra si mutò infatti in arena attraverso la sostituzione delle gradinate dell’ordine inferiore con un corridoio voltato da cui si raggiungeva un locale ipogeico al centro dell’arena erano collocate attrezzature e “macchine” per lo spettacolo e forse le stesse gabbie delle belve.

A una fase assai tarda risale la realizzazione del portico retrostante la scena(porticus post scaenam)

In età medievale parte del teatro (l'edificio scenico e le due grandi sale laterali) venne riutilizzato come residenza palaziale.

Sopra la cavea, nella parte orientale, è l'edificio del piccolo Antiquarium,in corso di ristrutturazione e allestimento e di imminente apertura.

Alle pendici nord ed est del teatro si estende un vasto parco demaniale dalla ricca vegetazione a macchia mediterranea.Nel 358 a.C superstiti cittadini di Naxos,la città calcidese distrutta nel 403 a.C da Dionisio il Vecchio di Siracusa, guidati da Andromaco, padre dello Storico Timeo,fondarono Tauromenion sul Monte Tauro (già sito di un precedente abitato indigeno poi ellenizzato).

La città si sottomise a Ierone II, il grande tiranno di Siracusa,durante la I guerra punica,e ppoi ai Romani divenendo civitas foederata.

Alla fine della Repubblica, durante il secondo triumvirato, venne coinvolta nel conflitto fra Ottaviano e Sesto Pompeo, e,dopo la vittoria del primo, nel 36 a.C fu dallo stesso mutata in colonia militare.

Le rilevanti testimonianze architettoniche mostrano la prosperità e la relativa importanza della città soprattutto nei primi due secoli dell’età imperiale: il teatro ristrutturato ed ampliato ,le terme pubbliche nell’area del Foro(dietro la Caserma dei Carabinieri) sul lato nord della Piazza Vittorio Emanuele dove si ubicava il Foro(in continuità con l’Agorà della città greca); il Ginnasio con l’annessa Biblioteca ,nella terrazza sottostante l’area del teatro, l’Odeon presso la Chiesa di S. Caterina; la cosiddetta naumachia, grandioso prospetto monumentale di un grande serbatoio d’acqua, la ricca domus con pavimenti musivi nell’area di Villa S.Pancrazio.

Il monumento più grandioso ,e celebrato fra le "memorie" emblematiche della Sicilia Antica, è proprio il Teatro,la cui cavea fu ricavata ed intagliata nel fianco della collina.

Il primo impianto,di età ellenistica, risale probabilmente al III secolo a.C.:ad esso appartengono alcini tratti di muratura in blocchi squadrati ancora visibili sotto la scena,alcune iscrizioni greche sui sedili di calcare della cavea,e soprattutto il basamento di un piccolo tempietto sul belvedere soprastante la cavea.

Già all’epoca di Augusto risalgono probabilmente la ristrutturazione e l’ampliamento dell’edificio,il cui assetto può ascriversi alla prima metà del II Secolo a.C.: con un diametro massimo di m.109(e un orchestra del dm. di 35 m.) e una capienza della cavea che doveva raggiungere all’incirca 1.0000 spettatori era per grandezza il secondo teatro della Sicilia dopo quello di Siracusa.

La cavea constava di nove cunei, o settori,di gradinate; ai posti delle file superiori si accedeva dall’esterno si accedeva attraverso una rampa,da ovest, e una scala, da est.

Il muro di fondo alla sommità della cavea è mosso da un alternanza di nicchie semicircolari e rettangolari,originariamente arricchite da una sequenza di colonne di granito.

Posteriormente a questo muro correva un doppio portico con copertura a volta il cui muro di fondo verso l’esterno è scandito da una serie di arcate,impostate su grandi pilastri,ricostruite per un tratto(erano in totale 46).

La scena del tipo orientale,frequente in Grecia e Asia Minore ma rara in Occidente presentava un fronte(scaenae frons) decorata da doppio ordine di colonne corinzie e nella quale si aprivano tre grandi porte fiancheggiate da nicchie semicircolari e rettilinee;le colonne ora visibili sono state collocate impropriamente da un infedele intervento di restauro condotto intorno al 1860.

Le grandi aperture della scena inquadravano e "inserivano" nello spettacolo il grandioso Panorama della costa con la mole dell’Etna sullo sfondo.

Ai lati occidentale e orientale della scena si sviluppavano due ampie e grandiose sale voltate (versurae ) per l’afflusso del pubblico .

In avanzata e tarda età imperiale romana l’abbandono delle rappresentazioni sceniche con l’utilizzo pressoché esclusivo del teatro per combattimenti gladiatorii, venationes con bestie feroci etc comportò un effettiva trasformazione del teatro in anfiteatro;l’orchestra si mutò infatti in arena attraverso la sostituzione delle gradinate dell’ordine inferiore con un corridoio voltato da cui si raggiungeva un locale ipogeico al centro dell’arena erano collocate attrezzature e “macchine” per lo spettacolo e forse le stesse gabbie delle belve.

A una fase assai tarda risale la realizzazione del portico retrostante la scena(porticus post scaenam)

In età medievale parte del teatro (l'edificio scenico e le due grandi sale laterali) venne riutilizzato come residenza palaziale.

Sopra la cavea, nella parte orientale, è l'edificio del piccolo Antiquarium,in corso di ristrutturazione e allestimento e di imminente apertura.

Alle pendici nord ed est del teatro si estende un vasto parco demaniale dalla ricca vegetazione a macchia mediterranea.