Buscemi

Il centro abitato di Buscemi sorge su una collina del tavolato Ibleo a circa 700 metri s.l.m. Il sito si configura, per la particolare collocazione, come un grande teatro naturale che domina la valle del fiume Anapo, incastonato tra le antiche vestigia di Casmene e di Pantalica. Numerose testimonianze datano le origini del primitivo agglomerato alla tarda età del bronzo, non si hanno tuttavia notizie certe sino al secolo V-VI d.C. Le prime notizie storiche risalgono al periodo Arabo con il nome Qal'at Abi Samah, successivamente Buxema, Bussema e Buscema. Il terribile evento sismico del 1693 cancellò il vecchio agglomerato e segnò l'inizio della Buscemi contemporanea influenzata dalla corrente Barocca soprattutto nelle strutture religiose.

Casmene o Kasmenai, impervia ed espugnabile, frutto ed espressione della potenza militare della grande Siracusa Greca. Città a lungo nascosta, ricercata e pur visibile, giace sorniona in cima al monte Casale protetta sotto uno strato di terra dai morsi del tempo. Tutto ebbe inizio circa ventisette secoli fà quando il giovane ragazzo Archia, si stabilì insieme all’amico, il poeta Eumelo, e un il manipolo di uomini nell'isola di Ortigia nel 734, fondando sopra un primitivo agglomerato di capanne indigene dal nome Sùraka, la prima Siracusa Greca di ogni tempo. I coloni consolidarono rapidamente il potere creando, circa 70 anni dopo, tre nuove colonie. Nacquero Akrai, Kasmenai, Kamarina. E’ possibile visitare l’area archeologica attrezzata.

L'itinerario etnoantropologico di Buscemi si articola per l'intero centro urbano, tra le minute vie del quartiere medioevale, dove troviamo le numerose chiese e i palazzi settecenteschi. Quì possiamo ammirare "I luoghi del Lavoro Contadino", che coinvolgono tutto il paese, dando a Buscemi la definizione di “paese-museo”. I luoghi di trasformazione dei prodotti agricoli: palmento, frantoio, mulino e le botteghe artigianali, sono stati musealizzzati negli stessi luoghi. I documenti del lavoro della terra e della vita quotidiana familiare, sono stati contestualizzati in depositi e tradizionali unità abitative che descrivono in maniera intelligibile l’articolazione socio-economica del mondo contadino. L'iniziativa è volta al recupero dei documenti del mondo popolare in una prospettiva anche di recupero del rapporto tra l’uomo e l’ambiente.