Il Periodo Bizantino


Dopo lunghi secoli di silenzio, Pantalica tornò ad essere abitata nel corso dell'VIII e IX secolo d.C. da una comunità bizantina, rifugiatasi in questo luogo impervio come estrema difesa di fronte all'invasione araba della Sicilia. Sfruttando e ampliando le grotte della necropoli , essi costruirono abitazioni e luoghi di culto rupestri. A questo periodo risalgono i resti di tre chiesette e tre villaggi.

  • Il primo è la Grotta del Crocifisso, (fig.sotto, Ingresso della Grotta) , centro religioso della comunità bizantina stanziatasi nei pressi della necropoli della Cavetta, a nord-est di Pantalica; si trova a ridosso della necropoli Cavetta e conta circa 70 abitazioni.
  • Il secondo villaggio si trova nelle balze sotto l'Anaktoron, nella necropoli Sud e ha come centro religioso l'oratorio di S. Nicolicchio (fig.sopra,Interno ) abbellito da affreschi e scritte di cui sono visibili, però solo frammenti di figure, identificabili in S. Elena e S. Stefano.
  • Il terzo di questi villaggi si trova fra la necropoli Sud e la sella di Filipporto ed è composto da più di 150 abitazioni a più stanze e da una chiesetta denominata San Micidiario, che presenta un affresco, dietro la nicchia centrale, raffigurante il Cristo pantocratore.
MICIDIARIO

San Micidiario - la chiesetta rupestre

I Bizantini βυζαντινοί in Sicilia

Alla morte di Costantino, l'impero romano si avvia verso la suddivisione. Si costituirà infatti l'impero romano d'Oriente e, intorno al 330 d. C., Bisanzio, rinominata Costantinopoli, ne diverrà la capitale. La fine dell'Impero romano d'occidente, con capitale Roma, avviene nel 476. Nel 535 i Bizantini conquistano la Sicilia con una spedizione inviata da Giustiniano e condotta dal suo generale Belisario. All'inizio della guerra goto-bizantina, annette la Sicilia all'impero romano d'Oriente. L'isola diventa così provincia di Bisanzio, con capitale Siracusa. Nel 652 d.C., si comincia ad assistere alle numerose scorrerie arabe, ad opera di flotte saracene che salpano dal campo fortificato di Kairouan, in Tunisia. Nel 663 d.C l'imperatore Costante trasferisce la corte, la zecca e gli uffici imperiali da Costantinopoli a Siracusa. Egli vorrebbe riportare la capitale dell'impero a Roma, vincendo i Longobardi, ma a causa di una congiura viene assassinato nel 668 d.C. e, l'anno successivo, suo figlio Costantino riporta a Bisanzio la capitale dell'impero bizantino. Siracusa torna ad essere capitale di provincia.

Nel 725 è la crisi iconoclastica dovuta al divieto di culto delle figure sacre imposto dall'imperatore nel 725. In Sicilia i cristiani restano fedeli al culto delle immagini. Si assisterà per questo all'arrivo in massa di comunità monastiche e di numerosi gruppi di artisti che vi si rifugeranno per continuare la loro attività. Un esempio è La Cava d’Ispica che, diventa il luogo perfetto dove ritirarsi in preghiera (🚩Cava d'Ispica link est) .

Altri esempi di piccole chiese si trovano nella parte orientale dell'isola, a Randazzo, Castiglione di Sicilia, Rometta , nei pressi di Noto e nei dintorni di Siracusa. Nel 732 la chiesa siciliana dipendeva ormai dal patriarcato di Costantinopoli. I monasteri rimasero centri culturali attivi e la loro attività principale fu la trascrizione dei testi antichi. I monaci, dediti alla copia dei manoscritti antichi, si dedicavano anche alla realizzazione di preziose illustrazioni da inserire nei codici, che vennero definite miniature per l'uso prevalente dell'inchiostro rosso, chiamato minio. Nacquero così i codici miniati la cui scomparsa avverrà nel XVI sec. in seguito alla diffusione della tecnica di stampa a caratteri mobili. La dominazione bizantina sottopose l'isola a un regime di dittatura militare accompagnato da vessazioni fiscali e burocratiche. L'impero bizantino si estinguerà nel XVI sec. con la conquista della Sicilia da parte degli ottomani.

necropoli di cava d'Ispica

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